Fotovoltaico e manutenzione degli impianti domestici: prima di tutto il monitoraggio

La manutenzione è una componente basilare per la buona conduzione di un impianto fotovoltaico.

La convenienza economica della manutenzione tende però ad essere proporzionale alla taglia dell’impianto: più grande l’impianto, maggiore è la convenienza. Quindi, di converso, più piccolo è l’impianto, minore è la convenienza.

E qui ci si scontra con uno dei problemi forse più diffusi che hanno le centinaia di migliaia di impianti fotovoltaici domestici: spesso la loro manutenzione è anti-economica, tant’è che moltissimi proprietari di impianti decidono di non farla.

Almeno dal punto di vista del portafoglio, è difficile infatti giustificare per un impianto da 3 kWp una spesa che può facilmente raggiungere qualche centinaio di euro l’anno per una manutenzione attenta.

Non conviene assolutamente svolgere attività come quelle che vengono svolte tipicamente nel mondo industriale o di scala utility”, ha detto Andrea Brumgnach, vicepresidente di Italia Solare a QualEnergia.it. “I costi non si giustificano. Penso che un paradigma importante sia che quando l’impianto è piccolo bisogna muoversi con molta cautela, senza generare costi a priori.”

E in effetti, per impianti da 3 a 6 kWp, anche se incentivati, in pochissimi fanno la manutenzione, hanno confermato un paio di installatori contattati da QualEnergia.it. Rivolgersi ad aziende qualificate, infatti, può comportare costi maggiori rispetto a quelli che una mancata produzione anche di una certa durata potrebbe determinare.

Come fare, dunque, per mantenere l’impianto di casa in buone condizioni, senza costi troppo elevati?

“Gli inverter hanno comunque sempre un’interfaccia utente composta da una o più spie luminose e un display alfanumerico, per visualizzarne lo stato di funzionamento e i parametri principali”, ha fatto notare Massimo Venturelli, vicepresidente dell’Associazione Tecnici Energie Rinnovabili (ATER). “Forse non tutti hanno dimestichezza tale con queste macchine da riconoscere eventuali anomalie all’impianto fotovoltaico, ma chiunque dovrebbe sempre essere in grado di interpretare il segnale di una spia luminosa: verde impianto in funzione, rosso errore o malfunzionamento”, ha aggiunto Venturelli.

Altrimenti, ci sono anche altre vie, un po’ più tecnologiche, di facile utilizzo e, non dipendenti completamente dalla costante attenzione delle persone, e quindi più affidabili.

Poiché la manutenzione ha generalmente lo scopo di identificare e prevenire possibili problemi di funzionamento, il modo forse migliore di facilitare tale prevenzione, sostituendo però almeno in parte una manutenzione regolare, è installare un sistema di monitoraggio. Con tali sistemi, sarà infatti semplice capire almeno se l’impianto comincia a produrre di meno rispetto allo storico, e quindi, solo a quel punto, fare eventualmente delle verifiche.

Gli inverter di nuova costruzione sono solitamente già dotati a bordo di un sistema di monitoraggio, con cui ci si può interfacciare scaricando una semplice app sul telefono.

Ma anche per gli inverter di qualche anno fa esistono ormai sul mercato molti sistemi “plug & play”, cioè pronti all’uso, che si avviano facilmente inserendo una SIM o un cavo LAN in una delle porte del vecchio inverter, ha indicato Brumgnach, e che offrono prestazioni simili a quelli dei sistemi già integrati negli inverter più moderni, fra cui anche sistemi di allerta in caso di anomalie.

prezzi di tali sistemi pronti all’uso possono variare da pochissime centinaia fino a un migliaio di euro; una  spesa che, una volta fatta, sarà ammortizzata nel corso degli anni.

Quindi, meglio installare un sistema “plug & play” anche da 150-200 euro che non fare alcuna manutenzione e procedere completamente al buio sullo stato del proprio impianto. Nel novero dei sistemi pronti all’uso, rientrano anche soluzioni che non hanno bisogno di SIM telefonica o di Wi-Fi dedicato, che invece di interfacciarsi con l’inverter si applicano direttamente sul contatore di produzione e sono consultabili sempre tramite app sul telefono.

Bisogna comunque sempre tenere ben presente che la sorveglianza dello stato di funzionamento dell’impianto è un esercizio che deve essere effettuato regolarmente, anche tutti i giorni, ha sottolineato Venturelli.

“Il monitoraggio da solo non basta, a meno che non abbia in sé l’opzione di sorveglianza con annesso servizio di segnalazione puntuale dell’anomalia”, ha detto Venturelli.

“Un impianto incentivato che si spegne banalmente per un semplice intervento di un interruttore di protezione, che a volte accade per sovratensioni sulla rete elettrica dovute a fenomeni atmosferici, può far perdere facilmente fino a 5-10 euro al giorno, e l’utente rischia di accorgersene solo dopo 3 o 4 mesi, quando si accorge che non è arrivato nessun pagamento degli incentivi Gse sul conto corrente”.

In conclusione, i sistemi di monitoraggio sono non solo i migliori surrogati ad una manutenzione vera e propria, ma anche degli alleati indispensabili per la buona conduzione in generale di un impianto fotovoltaico, sia domestico che non.

Se poi, invece, si decide di voler guardare all’impianto fotovoltaico di casa un po’ come un appassionato farebbe con la sua vettura, senza badare cioè troppo a spese, in un prossimo articolo spiegheremo in che cosa potrebbe consistere una manutenzione ordinaria di un impianto domestico, e cioè cosa fare e quando, senza comunque dimenticare del tutto le questioni del portafoglio.