Enorme potenziale occupazionale del fotovoltaico

Un rapporto della LUT (Lappeenranta-Lahti University of Technology) finlandese, “Job creation during the global energy transition towards 100% renewable power system by 2050″ è il primo studio globale che valuta le opportunità occupazionali di diversi settori energetici, confrontando i dati del 2015 con le proiezioni del 2050 e calcolando il numero totale di posti di lavoro nel settore dell’energia nella produzione, costruzione e installazione, O&M e decommissioning.

Lo studio che si basa u uno scenario di elettricità rinnovabile al 100%, ha rilevato che tra tutti i settori energetici, il solare offre il maggior potenziale occupazionale, con la possibilità di creare 1,73 milioni di posti di lavoro in Europa entro il 2050, ovvero il 51% di tutti gli impiegati nel settore dell’energia; a questi si aggiungono i circa 300.000 occupati nel settore dello stoccaggio delle batterie.

A livello globale, il settore solare creerà 22,2 milioni di posti di lavoro entro il 2050, che rappresentano il 64% di tutti gli occupati nel settore dell’energia, mentre il settore delle batterie crescerà fino a dare lavoro a 4,5 milioni di persone in tutto il mondo entro il 2050. I posti di lavoro O&M in tutti i settori rappresenteranno  il 52% di tutti gli impieghi nel settore dell’energia entro il 2050, rispetto al 15% del 2015.

Il dottor Christian Breyer, professore di economia solare all’Università LUT e co-autore dello studio, ha dichiarato: “Il fotovoltaico solare sarà il più forte motore per nuovi posti di lavoro nel settore energetico. È una logica economica investire nel solare come fonte di energia elettrica a basso costo”.

La transizione energetica può fornire un’alternativa per i posti di lavoro a rischio nelle regioni carbonifere

Un nuovo rapporto del CCR “Energy transition can provide alternative for jobs at risk in coal regions” precisa che in oltre il 50% delle regioni carbonifere europee la transizione verso l’energia pulita porterà alla creazione di più posti di lavoro di quanti ne esistano attualmente (circa 200.000 persone).

Il passaggio alle energie rinnovabili nelle regioni carbonifere può creare 315.000 occupati entro il 2030 e fino a 460.000 entro il 2050. Ciò richiederà investimenti significativi, come indicato nel Piano di Investimento per l’Europa Sostenibile, la strategia di finanziamento dell’European Green Deal. Per massimizzare l’impatto delle opportunità è necessario che ci sia una stretta collaborazione a tutti i livelli (UE, nazionale, regionale e locale) e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (aziende, regolatori, investitori, pianificatori dell’uso del territorio e comunità locali).

L’eliminazione graduale del carbone è una realtà in corso in Europa e molte regioni carbonifere hanno già iniziato la loro transizione energetica.

Nella regione di Visonta, in Ungheria, 72 500 pannelli fotovoltaici (PV) sono stati installati nei siti delle miniere di carbone, così come a Klettwitz, Germania, dove cinque parchi eolici sono stati realizzati nei siti delle miniere di carbone.

Nel commentare i due studi Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe, ha dichiarato: “I risultati di questi due nuovi studi sono chiari: più solare significa più posti di lavoro. Il solare ha un potenziale occupazionale stupefacente, ineguagliabile rispetto a qualsiasi altra tecnologia energetica ed è particolarmente adatto ad aiutare le ex regioni carbonifere a passare all’energia pulita. Nel contesto dell’European Green Deal, abbiamo ora l’opportunità di definire la generazione di un sistema energetico rinnovabile al 100% che porterà centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro verdi, oltre a enormi benefici ambientali ed economici”.